«Desiderio» è guardar le stelle e chiedere che da loro scenda qualcosa; perché de significa anche «giù da» e i sidera sono le stelle, come ben sai. In quella s dolce come un sussurro, in quella d che canta, lì all’inizio, in quel des che è anche radice di mancanza, bisogno, c’è un abbraccio di tenerezze foniche e perle di significati che non puoi analizzare, separare nel momento in cui li pronunci: quell’intreccio, quella fusione, quell’armonia è già in te e restituisce alla tua mente, al tuo sangue, ai tuoi nervi un sentire amico, la gioia nota, inconfondibile.
(Roberto Vecchioni, Le parole non le portano le cicogne)

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