Quando il cuore oscilla tra il passato e il presente, tra il vicino e il lontano, è sempre il passato, è sempre il lontano a rapire l'anima, non per divorarla ma per ristorarla alla fonte, la fonte aurorale da cui può prender vita un nuovo giorno. Non si dà infatti creatività se non dopo il buio della notte, anche se non sempre il buio della notte restituisce chi, sul far della sera, ne è stato sorpreso, e, a sua insaputa, insieme alla luce, ha perso i contorni del paesaggio, quell'orizzonte familiare concesso ai mortali come spazio della quiete.
(Umberto Galimberti, Nostalgia, in Parole nomadi)
